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HANDBIKE

Cos'è L'HANDBIKE

Atleta della Passo con l'handbike
Gianfranco Pigozzo P.s.s.s.o

L'HANDBIKE è composta da un telaio supportato da tre ruote (ottime per l’equilibrio) e viene azionata con le mani dal ciclista adagiato sul sedile della handbike.
Questo mezzo (parente della recumbent, la bicicletta a due ruote con sedile sulla quale si pedala in posizione orizzontale) permette a chi guida di farlo da sdraiato e senza l’uso delle gambe, in una comoda posizione che dà stabilità e aerodinamicità.
Quindi una bicicletta speciale nella quale la spinta proviene dalle braccia e non dalle gambe, utilizza tre ruote e permette allo sportivo disabile su sedia a rotelle o con difficoltà di deambulazione, di usare questo mezzo "pedalando con le mani", inoltre essendo dotata di un cambio a più rapporti permette di superare pendenze elevate e di raggiungere elevate velocità, con essa si svolgono gare a livello nazionale ed internazionale, suddivise in categorie a seconda della gravità dell' handicap fisico di ogni atleta, le categorie vengono stabilite da una apposita commissione medica che agli inizi dell'attività agonistica di ciascun atleta ne dispone la classe di appartenenza. Oggi esistono molti circuiti di handbike con gare anche di livello internazionale. E’ tra le discipline paraolimpiche.

 

I PIONIERI DELL'HANDBIKE ITALIANA

I Pionieri dell'Handbike in Italia

La storia dell'Handbike italiana è recente.
Solamente a partire dall'anno 2000 la F.I.S.D. (Federazione Italiana Sport Disabili) riconosce ufficialmente questa disciplina.
Ma l'interesse per l'Handbike (letteralmente mani e bici) si manifesta già nei primi anni Novanta.
Nel 1992 due atleti friulani della Società Basket e Non Solo e Centro Sportivo Italiano di Udine, Giovanni Angeli e Manlio Nogaro, partecipano ad alcune gare italiane tipo maratone, fra le quali Roma e Milano, per normodotati, con la loro bicicletta speciale, anche se fuori classifica.
Nel 1993 l'atleta veneto Graziano Buffo partecipa in qualità di "solitario amatore" alle maratone italiane.
Le gare italiane sono per la maggior parte organizzate da Ruggero Vilnai, titolare dell'azienda Offcarr, leader italiana nella creazione degli ausili per i disabili in ambito sportivo e non. Sempre a metà degli anni Novanta, altri due atleti bergamaschi, Daniela Rota e Delfino Oberti, si interessano a questa nuova disciplina sportiva.
Osservando una maratona in Svizzera vedono per la prima volta questa "strana" carrozzina spinta a braccia da un meccanismo a pedali posto davanti all'altezza del busto e simile a quello montato sulle biciclette.
Sempre più incuriositi ed attirati da questa novità riescono ad avere questa nuova "bici", aggiungendosi agli altri sei atleti italiani che già possiedono questo mezzo di nuova concezione e tecnologia che permette di praticare una attività sportiva, oltre a stare insieme alla gente favorendo l'integrazione delle persone disabili.
Nel 1999 viene organizzata la prima edizione del "Giro d'Italia" denominata "LA FOLLE CORSA". Protagonisti di questa impresa della durata di 55 giorni sono i due atleti friulani Giovanni Angeli e Manlio Nogaro e due atleti laziali, Fabrizio Rossi e Claudio Asara.
Partenza il 2 maggio da Ostia lido con tappe in varie città italiane. Dopo questa unica ed indimenticabile esperienza, viene organizzato il GIRO DEL FRIULI nel 2000 e 2001 con la presenza di 37 atleti. Grazie all'entusiasmo di questi "pionieri", nascono nuove società sportive, con conseguente aumento del numero di atleti praticanti.

Con il passare del tempo migliorano le organizzazioni ed i sistemi di allenamento. Una delle motivazioni alla base di questo successo sta nella soddisfazione personale di avere terminato una gara dando il massimo delle proprie possibilità, indipendentemente dal risultato ottenuto.
 

Inoltre la nuova disciplina permette di andare in "bicicletta" anche a chi ha subito lesioni gravi con compromissione di importanti funzioni orgnaiche e di prendere parte a manifestazioni podistiche e ciclistiche unitamente ad atleti normodotati.
Daniela ROTA e Graziano BUFFO, Manlio NOGARO, Giovanni ANGELI e Delfino OBERTI sono ancora oggi in attività, con ottimi risultati nelle rispettive categorie.
Grazie a loro ed agli altri pionieri l'Handbike italiana ha fatto passi da giante culminati nel titolo di Campione del Mondo ottenuto nel 2007 da Vittorio PODESTA'.

LA TESTIMONIANZA DI UN PIONIERE:
DELFINO OBERTI RACCONTA... Ho visto I 'hand-bike per la prima volta.
Era il lontano 1988 quando io e Daniela Rota all'epoca facevamo Atletica con le famose carrozzine a spinta a mano e in quell' anno andammo a fare una maratona a Schenkon in Svizzera Tedesca, invitati in rappresentanza Italiana. Eravamo gli unici due italiani presenti a quella prima maratona organizzata dagli Svizzeri a livello Mondiale.
Prima della partenza della maratona durante il riscaldamento abbiamo visto dei ragazzi normodotati che giravano con delle carrozzine con la trazione a pedali. Ci siamo avvicinati e abbiamo chiesto cos'erano quegli strani mezzi e cortesemente ci risposero che stavano provando questi due mezzi perché secondo loro sarebbero state delle carrozzine con cui poter correre molto di più e stancarsi un po' di meno.
Praticamente asserivano che il divertimento era superiore rispetto all’utilizzo di una carrozzina da corsa, oltre alla possibilità di fare più chilometri con meno affaticamento.
Nel frattempo Alberto il marito di Daniela fece delle foto a questi mezzi. Tornati in Italia ci siamo messi a pensare che la cosa poteva essere molto interessante e cosi, con l’ aiuto di un nostro amico ciclista che costruiva biciclette, abbiamo realizzato due prototipi ed abbiamo cominciato a fare qualche gara locale, tanto per pubblicizzare questo mezzo.
In noi però cresceva sempre di più l'idea che un giorno questo speciale mezzo avrebbe soppiantato la carrozzina da corsa e dopo tutti questi anni ci siamo resi conto della bontà della nostra convinzione.
Nel 1996 anche in Italia qualcuno ebbe la nostra stessa idea; infatti il Sig. Zanella di Zoppola in provincia di Pordenone inizio a costruire anche lui l'Hand-Bike molto diversa dalle nostre un po' più ciclabile e meno pesante e cosi decisi di acquistarne una e con questa nuova Bike assieme al signor Angeli ed al signor Maglio di Pordenone iniziammo a fare le prime Maratone facendoci odiare a morte dagli atleti che correvano con la carrozzina da corsa.
Ma questo non ci preoccupava più di tanto perchè era talmente forte la nostra convinzione che l'Hand-Bike avrebbe preso il posto di queste carrozzine che il tempo ci avrebbe dato ragione.
Non immaginate la soddisfazione che noi vecchi ora abbiamo quando vediamo 100 Biker alla partenza di qualche Maratona e che molti giovani si sono buttati in questa disciplina con entusiasmo e puro agonismo.
E quanti giovani anche se non fanno agonismo usano questa mezzo per uscire a fare una biciclettata con amici ritrovando il piacere di stare con amici e di fare un po' di sport all'aperto.
Certamente l'hand-bike avrà un seguito lungo, vi faccio i miei migliori auguri per l'impegno profuso nell'organizzare la vostra gara che e' apprezzata nell'ambiente. In bocca al lupo per la vostra iniziativa.

Oberti Delfino